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Quali materiali possono essere compattati?

Per facilitare il riciclaggio, è possibile inserire in una pressa diversi tipi di materiali; leggete il nostro articolo per conoscere i diversi tipi di materiali che possono essere pressati.

Quali materiali si possono compattare?

L’uso di una pressa è uno dei metodi più diffusi per smaltire i rifiuti e favorire il riciclaggio. Le presse trasformano i materiali di scarto in balle compatte e facili da gestire, garantendo sia la separazione dei rifiuti che il rispetto degli standard igienici. È però fondamentale conoscere quali materiali sono adatti a questo tipo di compattazione per un riciclo efficace.

Plastica

La plastica è tra i principali inquinanti ambientali. Studi stimano che solo il 9% della plastica globale viene riciclato, mentre quasi l’80% finisce in discariche o negli oceani. Questo rappresenta un problema serio, poiché la plastica contribuisce al cambiamento climatico e le microplastiche, che possono entrare nel corpo umano, pongono rischi per la salute ancora poco conosciuti.

La compattazione della plastica è essenziale per limitarne gli impatti negativi su ambiente e salute e per preservarne l’integrità, rendendola adatta al riciclo. Molti tipi di plastica, essendo modellabili, tendono a intrappolare aria e formare spazi vuoti nella loro struttura, compromettendo la qualità del materiale e riducendo le possibilità di riutilizzo.

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Carta e cartone

La carta costituisce circa il 33% dei rifiuti urbani. A differenza della plastica, i prodotti di carta sono più frequentemente riciclati, il che è positivo: infatti, una tonnellata di carta o cartone riciclato può salvare 17 alberi, risparmiare 27 tonnellate d’acqua e 1,7 tonnellate di petrolio. Con la crescente attenzione alla sostenibilità e all’uso responsabile delle risorse naturali, il riciclo di carta e cartone è sempre più essenziale. Molti articoli, sia in ambito domestico che aziendale, possono essere efficacemente compattati, come riviste, giornali e scatole da imballaggio. Grazie alla sua struttura, il cartone è facilmente trattato dalle presse, risultando semplice da piegare e comprimere in vista del riciclo.

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Polistirene

Derivato dal petrolio, il polistirene è ampiamente utilizzato, soprattutto nell’industria alimentare. Si trova in vari imballaggi, come cartoni per uova e vaschette per carne e pollame, dove svolge un ruolo importante nel proteggere i prodotti dal deterioramento e da eventuali danni. Tuttavia, lo stirene, un componente chiave del polistirene, può avere effetti potenzialmente dannosi sulla salute umana. La compattazione del polistirene riduce il rischio che si frammenti in piccole particelle che contribuiscono all’inquinamento ambientale. Inoltre, rende più efficiente il trasporto verso i centri di riutilizzo e riduce la frequenza delle raccolte settimanali, con un risparmio sui costi. Per gli operatori ecologici, gestire balle compatte è molto più pratico rispetto alla movimentazione di imballaggi e scatole di polistirene sciolti.

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Metalli

Anche i metalli possono essere compattati nelle presse, ma con alcuni requisiti specifici. Solo i metalli non ferrosi, ovvero privi di ferro, sono adatti a questo processo. Tra questi rientrano alluminio, nichel, rame, piombo e stagno. L’utilizzo di presse per il riciclaggio dei metalli consente di risparmiare risorse preziose: ad esempio, il riciclo del rame evita l’emissione di notevoli quantità di gas inquinanti, mentre il riciclo dell’alluminio riduce fino al 92% le emissioni di CO₂ e taglia il consumo energetico del 95% rispetto alla produzione primaria.

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Elettronica

Con la diffusione della tecnologia, quasi tutti possiedono ormai più di un dispositivo. Tuttavia, smaltire i rifiuti elettronici senza riciclarli significa perdere materiali preziosi come oro, platino, argento, litio, cobalto e palladio. Questi metalli, alcuni dei quali estremamente rari, dovrebbero essere recuperati e riutilizzati. Si stima che una tonnellata di circuiti stampati possa fornire fino a 800 volte la quantità di oro rispetto al minerale grezzo. Il riciclaggio assicura che questi metalli e le sostanze potenzialmente pericolose contenute nei rifiuti elettronici, come mercurio, cadmio e ritardanti di fiamma bromurati, non contaminino l’ambiente e vengano trattati in modo sicuro.

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